Al via i programmi di riforme e investimenti per la scuola e i servizi educativi.
Dopo l’approvazione della Comunità Europea e la certezza dei fondi, che cominceranno ad arrivare già a luglio, inizia la fase più difficile e complessa: realizzare il piano di riforme previste e attivare le azioni necessarie per gli investimenti.
Attualmente, anche se le misure sono definite e i soldi ci sono, sembra essere invece assente quello che riteniamo essere l’investimento più necessario: un progetto di sostanziale cambiamento della scuola fondato sulla partecipazione, l’ascolto e la corresponsabilità tra tutte le componenti della scuola, della politica e della società civile.
Esprimiamo insoddisfazione e preoccupazione nei confronti del modello di scuola che emerge dal PNRR che sembra prigioniero di una logica di rigida resilienza: resistere a qualunque perturbazione e recuperare la forma originaria. Si cerca il ripristino con qualche miglioramento delle condizioni attuali, ma non si traccia la direzione per quella trasformazione del sistema scolastico necessaria per fare della scuola il motore per lo sviluppo del territorio, del Paese e della democrazia.
Al PNRR manca un progetto di ampio respiro con una visione pedagogico-politica strategica.
Manca, ed è grave per un piano che avrà una portata enorme, qualunque traccia di un processo di consultazione e monitoraggio capace di coinvolgere le parti sociali rappresentative del mondo della scuola e gli altri soggetti sociali, economici, della cittadinanza attiva.
Nello specifico della Misura 4 – “Istruzione e ricerca”, il modello che emerge sposta il baricentro sul ministero centralizzando le azioni che dovrebbero combattere la dispersione e l'abbandono, comprese quelle per la formazione di dirigenti e insegnanti, marginalizzando il ruolo propositivo e di responsabilità delle autonomie scolastiche e dimenticando che dispersione e abbandono sono alimentati dalle povertà istituzionali e amministrative di molti territori, in particolare del Sud. Condizioni che vanno rimosse, accanto agli interventi sulla scuola necessari a produrre il passaggio da un modello centrato su una “pedagogia depositaria”, da una didattica trasmissiva e una scuola classista, ad una pedagogia dell’emancipazione e della liberazione dagli ostacoli per tutti e ciascuno per una scuola realmente inclusiva.
Il tema della formazione iniziale e in servizio del personale scolastico, strategico per un effettivo miglioramento sistemico, viene centrato prevalentemente sull’ambito della transizione digitale, importante certo ma non tale da rendere marginali altre decisive competenze professionali. Serve un respiro diverso e un ripensamento complessivo che valorizzi una formazione continua di qualità.
Come associazioni professionali sentiamo il bisogno di assumere in prima persona un’iniziativa di riflessione e rilancio di una visione di scuola che a partire da alcune consapevolezze comuni possa concorrere a costruire il patrimonio di un fronte ampio e unitario del mondo politico, economico e della società civile.
12 luglio 2021