Con riferimento all'articolo di Dario Missaglia "Dare senso pedagogico alla ripartenza nelle scuole", pubblichiamo volentieri questo contributo, invitando chiunque volesse partecipare al dibattito in corso, a scrivere all'indirizzo segreteria@proteofaresapere.it
Caro Presidente
le tue riflessioni su quello che sembra possa diventare un anno travagliato trasmettono anche le nostre paure: intendiamo dire che alla fine tutto il chiasso che si sta facendo possa ridursi ad un semplice elenco di regole da seguire di carattere sanitario, strutturale ed organizzativo. Questo è ben esemplificato dai “banchi con le rotelle”, che sembrano diventati il problema dei problemi, lasciando fuori da ogni pensiero i veri beneficiari ed attori del processo di insegnamento/apprendimento: noi insegnanti che cerchiamo con tutte le nostre forze di dare un senso al nostro lavoro, i bambini e i ragazzi, alunne e alunni che quest’anno, ancora più che in quelli passati, arriveranno con un carico di aspettative e paure. Temiamo fortemente che fuori da ogni pensiero resti anche la Pedagogia, intesa come visione complessiva del processo educativo.
Dobbiamo affermarlo con forza, perché come insegnanti che si interrogano sul verso che potrà prendere la nostra azione didattica ed educativa troviamo difficoltà nel raccontare – innanzitutto a noi stessi – quale direzione vogliamo prendere per evitare la confusione e la perdita di senso del nostro lavoro. Evitare, soprattutto, di essere travolti dall’ansia prodotta da notizie sempre più contraddittorie che, alla fine, spingono in una sola direzione: pararsi le spalle “dal nemico invisibile”, dal virus, diventandone nei fatti alleati inconsapevoli e amplificandone la portata.
Ancora una volta il problema da affrontare sembra ricadere intorno ad un’unica domanda: “che fare”. Non è un quesito di poco conto, sentiamo di non poterlo affrontare in solitudine, abbiamo la consapevolezza di non essere attrezzati attraverso il ricorso esclusivo alle nostre risorse interne ed alla nostra generosità. Come capita per i Grandi Problemi, se veramente non si vuole venire sconfitti, oltre alla nostra buona volontà, prodotta come sempre senza risparmio, sentiamo la necessità di essere affiancati da una “guida lucida”.
Come correttamente affermi tu, Proteo è tra le poche realtà che si stanno muovendo e prendendo a cuore il problema vero, perché subito dopo i banchi (con rotelle o meno), le rime buccali, le mascherine, i percorsi segnalati, il medico scolastico, i trasporti, le aule e i bagni, i responsabili delle diverse funzioni, i lavoratori “fragili” e i test sierologici, gli organici, le nomine, arrivano “loro”: bambini e ragazzi di ogni età che in questa fase di chiusura hanno patito non poco la mancanza di relazione con i pari e, lungi da noi, il “vederli” come persone che devono essere “aggiustate per il verso giusto” in modo da farli tornare al più presto nei ranghi di “alunni”. Purtroppo nelle nostre scuole e in troppe altre il focus sembra essere rimasto ancorato, quasi si fosse in una sede decentrata del reparto sanità, sul virus e sulle regole da seguire per non esserne intercettati. In quelle situazioni dove i collegi dei docenti vengono informati dai dirigenti delle decisioni prese in nome della sicurezza sanitaria, esse appaiono preoccupanti: eliminazione di mensa e riposo, rinvio a gennaio per accogliere bambini di tre anni o, viceversa, accoglimento dei tre anni a settembre, utilizzo della DAD per quelli di 4 e 5 anni fino a dicembre. Cambio organizzativo della composizione delle sezioni, rinuncia a continuare esperienza di sezioni primavera già avviate. E spesso, inutile nasconderlo, parte anche consistente del collegio non se la sente di elaborare proposte che, pur avendo ben presenti i documenti emanati, evidenzino consapevolezza nell’aver a che fare con persone e responsabilità nel garantire al più alto livello possibile la relazione educativa positiva tra pari e tra adulti.
Ci sono certamente realtà dove “il pensiero pedagogico” è molto radicato. È molto utile conoscere queste realtà e valorizzarle affinché il loro operato possa essere reso disponibile alla discussione e al confronto: soprattutto così si migliora il modo di far scuola promuovendo qualità educativa. Abbiamo però anche la responsabilità di non nasconderci che lo spaesamento, la confusione, il perdere di vista il valore del nostro lavoro a scuola sono aspetti molto presenti tra noi: in una scuola il progetto di istituto è stato battezzato “RegoliAMOci”, e non sembra ci sia la condizione per capire che le “regole a prescindere” non possono venire prima delle persone e dei diritti. C’è bisogno di riprendere con forza il dibattito culturale avviato con l’Autonomia scolastica intesa come responsabilità a far vivere la Costituzione nei progetti educativi delle Scuole, del territorio, del Paese.
Ritorna dunque forte la domanda che noi – firmatari di questa nota – abbiamo già posto all’inizio: che fare. Che fare in particolare per la scuola dell’infanzia statale che è il nostro luogo di lavoro e riflessione e che ci sembra rischi di essere “particolarmente in sofferenza”.
Come raccogliere la richiesta di aiuto emersa anche durante la videoconferenza organizzata il 9 giugno 2020 dalle 10.30 alle 12.30 da Proteo Fare Sapere sul tema del documento Legami Educativi a Distanza. Come conoscere più approfonditamente e a livello meno impressionistico le peculiarità e specificità dei bisogni formativi dei maestri e delle maestre.
Per provare a dare una possibile risposta a queste domande abbiamo fatto riferimento ad una esperienza di ricerca-formazione realizzata a Milano con la Supervisione scientifica dell’Università di Pavia (Prof.sse Donatella Savio e Annamaria Bondioli), negli anni 2016/2017, finalizzata al “mettere alla prova” lo strumento del Rav-infanzia come dispositivo riflessivo per lo sviluppo del miglioramento del progetto educativo. Ciascuno di noi firmatari ha partecipato a quel lavoro con diverse modalità, condividendo però tutti uno scopo: usufruire di una “guida lucida” per fare rete, uscire dall’autoreferenzialità e dall’isolamento e consolidare l’idea che la valutazione in educazione non può che essere rivolta a migliorare il fare pedagogico degli insegnanti.
Alcuni dei partecipanti a quella formazione si sono sentiti incoraggiati a perseguire l’idea e tornando nei loro territori hanno trovato motivazione a promuovere iniziative informative e formative in collaborazione con i Proteo locali ed in qualche caso anche con FLC.
Per noi quell’esperienza è stata molto importante perché, tra i risultati prodotti, vi è la costituzione di una rete di professionalità che favorisce lo scambio continuo tra insegnanti e formatori che permette lo scambiarsi informazioni ed esperienze, confrontarsi sulla quotidianità del lavoro pedagogico, ricercare solidarietà, suggerimenti e vicinanza all’interno della rete che, sempre in crescendo, viene percepita come presidio per fuggire dall’isolamento e dall’autoreferenzialità.
È in quest’ottica che abbiamo ritenuto opportuno promuovere in alleanza con Università di Pavia e Zeroseiup una ricerca-formazione che ha come focus di indagine la riapertura della scuola dell’infanzia al tempo del COVID-19.
Un gruppo di insegnanti di scuola dell’infanzia – in prevalenza statale – è impegnato a registrare in un diario di bordo settimanale quanto osserverà durante le prime settimane rispetto a elementi di criticità, elementi positivi, strategie nuove poste in essere in riferimento a: rapporto TRA i bambini, rapporto CON i bambini, rapporto CON i genitori, rapporto TRA colleghi.
I diari di bordo, raccolti per tre settimane, ne siamo sicuri anche in base a esperienze pregresse, ci restituiranno molte informazioni utili sulle quali si potrà certamente aprire un confronto anche nella prospettiva di rispondere alla domanda pressante di formazione che vede come chiave per la crescita professionale la capacità di riflettere, preferibilmente nel gruppo scuola, su ciò che si fa e perché lo si fa, rilevarne criticità e positività, sviluppare miglioramento.
Gianni Dessanti, vicepresidente Proteo Sardegna
Teresa Garaffo, vicepresidente Proteo Catania
Claudia Lichene, vicepresidente Proteo Savona
Giovanna Zunino, vicepresidente Proteo Liguria, CTS Proteo Fare sapere