Anche quest’anno la nostra Associazione partecipa e invita tutti a partecipare alla Giornata della Memoria.
Pur rischiando i limiti della ritualità è bene sottolineare il dovere, in primo luogo etico, di partecipare a una battaglia culturale irrinunciabile. Lo diciamo da anni con forza e lo ribadiamo
“Senza la Storia non c’è Memoria”
E ciò vale tanto più oggi, nel momento in cui la memoria dei testimoni viventi si assottiglia, e spetta a noi tutti dare continuità a quella memoria attraverso lo studio e la diffusione dell’insegnamento della storia, a partire dalla storia del Novecento e della contemporaneità. Anche per questo è giusto rivendicare che le aule tornino al più presto, certamente in sicurezza, a essere popolate dagli studenti; che l’attività didattica in presenza possa riprendere riattivando quel processo educativo che accompagna i giovani nel loro percorso di crescita.
Forse questo invito può essere oggi sentito in modo particolare. Il Covid19 ci sta mettendo di fronte a tante cose; ci sollecita a uno sguardo nuovo sulla vita e sul senso della cultura. Abbiamo scoperto tutti l’inganno di un modello culturale che aveva glorificato il trionfo dell’economia e della finanza, concorrendo a una desertificazione culturale che è sotto i nostri occhi. E quando crolla il valore e il senso della conoscenza, si aprono le porte all’oblio della storia, alla cancellazione della memoria, della tragedia del nazismo e della Shoah. E allora forse non è così stupefacente vedere il ritorno di antichi fantasmi, di inediti negazionismi, di nuove forme di razzismo, nazionalismo e ignoranza della storia.
Per questi motivi, le ragioni del 27 gennaio continuano a interrogarci e a esigere il nostro impegno. Questa operazione di “conservazione” del patrimonio storico dell’umanità e della memora trasmessa dai testimoni deve trovare nella scuola pubblica il luogo privilegiato, organizzato, in cui intenzionalmente perseguire questa finalità. Ogni incertezza costituirebbe una lesione grave dei valori che anche oggi torniamo a testimoniare.
Dario Missaglia