Nella celebrazione del mattino, come ogni anno, la lettura dei nomi delle vittime rompe il silenzio della folla riunita in Piazza della Loggia a Brescia: Giulietta, Livia, Alfredo, Clementina, Luigi, Vittorio, Tutti insegnanti. E con loro, Euplo e Bartolomeo. Otto vittime e 102 feriti per una strage fascista che attende ora momenti decisivi anche sul piano giudiziario.
La giornata del 28 maggio di quest’anno è stata percepita molto intensamente fin dalle manifestazioni del mattino. Come se fosse presente, tra i molti, la necessità mai come ora di testimoniare la radice antifascista della nostra Repubblica, la radice antifascista della nostra Costituzione, della nostra scuola. Un patrimonio che oggi, con una guerra in corso che non lascia intravvedere spiragli di tregua, corsa al riarmo, fremiti di nazionalismi e sovranismi, molti percepiscono come una ricchezza da rimettere al centro del proprio modo di essere cittadini e lavoratori.
Quest’anno poi, grazie all’impegno, sincero ed entusiasta della Flc Cgil di Brescia, la scuola è stata protagonista di un pomeriggio indimenticabile dove l’energia straordinaria di bambini e bambine della scuola primaria e di studentesse e studenti della scuola secondaria, hanno inondato le logge della Piazza affollata di genitori, insegnanti, militanti dei sindacati, con canti, rappresentazioni teatrali e musicali molto intense e vibranti di domande di partecipazione e democrazia. Energia di futuro, di libertà, di voglia ancora di contare per realizzare una società giusta. Ringrazio di cuore la Flc Cgil di Brescia per avermi invitato in quel giorno a prendere la parola. In quel lontano ’74 ero da pochi anni partito da Brescia, dove avevo concluso gli studi magistrali, per frequentare la facoltà di magistero di Genova.
A Brescia avevo lasciato i miei genitori, un fratello e tanti cari compagni e amici che ho potuto riabbracciare. Di quell’evento mi era rimasto però un sapore amaro indelebile, rievocato in più circostanze da Bruno Roscani, allora segretario generale della Cgil scuola che si precipitò a Brescia, non appena giunta la notizia dell’attentato fascista. Negli scritti che ci ha lasciato ricorda quella pagina drammatica di cui mi parlò più volte: un gruppo dirigente locale che, con le bare delle vittime ancora aperte, invece di affrontare subito il tema del risorgente neofascismo, della necessità di andare nelle scuole per riaffermare la nostra radice antifascista, fece a lui un processo per aver ceduto a quei nuovi organi collegiali della scuola che avrebbero compresso la voglia di democrazia dei lavoratori, salvo poi, a distanza di anni, esaltarli come grande conquista democratica. Da allora Bruno decise, e lo fece, che non sarebbe più tornato a Brescia per le iniziative del 28 maggio.
Penso che se Bruno avesse potuto assistere a questo 28 maggio 2023, si sarebbe ricreduto e molto volentieri avrebbe finalmente chiuso quella triste pagina. L’entusiasmo e la convinzione del gruppo dirigente della Flc Cgil di Brescia che ha preparato e curato la manifestazione, la presenza calda e affettuosa di ex dirigenti della Cgil scuola anni 80, dei nuovi e attivissimi dirigenti di Proteo Fare Sapere Brescia, la passione dei docenti che hanno lavorato nelle scuole, la prorompente energia di piccoli e adolescenti, lo avrebbero di certo ripagato di quella amarezza. Perché in questo 28 maggio 2023, in quella manifestazione del mondo della scuola e del nostro sindacato, c’era tutta la consapevolezza che mai come ora la scuola torna ad essere centrale per il futuro della democrazia e del diritto delle persone a essere “cittadini sovrani”, come ha scritto don Milani. Perché è nella scuola che lo studio e la conoscenza producono incessantemente quella memoria che ad alcuni appare un fastidio da eliminare. È questa l’urgenza del compito cui siamo chiamati oggi, anche da quei volti di uomini e donne che in quel 28 maggio del ’74 manifestavano, con nostri simboli, per testimoniare il diritto alla libertà e alla democrazia.
Dario Missaglia
Presidente nazionale Proteo Fare Sapere