Si è spento il 5 giugno negli Stati Uniti, all'età di quasi 101 anni, Jerome Seymour Bruner.
Il noto psicologo e psicopedagista è stato uno dei più grandi ricercatori dello sviluppo del pensiero e dell'apprendimento umano. Fin dall'epoca della guerra fredda pur essendo legato alla ricerca americana, Bruner si rivolse, suscitando anche qualche polemica, agli studi della "vecchia Europa": così le ricerche di Piaget e di Vigotsky divennero una base per i suoi studi; egli operò, sintetizzando i risultati della ricerca scientifica europea e americana, quella che venne definita "rivoluzione cognitiva".
La sua teoria è che la cultura, il contesto culturale in cui viviamo, plasma la nostra mente e ci fornisce gli strumenti pe rla conoscenza del mondo e per il giudizio sulle cose. Molta attenzione dedicò all'educazione dei bambini nati in ambienti culturali deprivati, interrogandosi se fosse possibile un recupero che li portasse su livelli diversi.
In Italia è considerato uno dei principali ispiratori dei programmi della scuola elementare dal 1985. Era legato anche ad alcune città dell'Emilia Romagna; Reggio Emilia gli conferì nel 1997 la cittadinanza onoraria e qualche anno dopo l'ateneo di Modena e di Reggio Emilia gli riconobbe la laurea ad honorem in Scienze della formazione primaria. In occasione di un'altra laurea ad honorem, questa volta conferita dall'Università di Bologna, Umberto Eco lo definì "leggenda intellettuale".
Certamente Bruner ci ha lasciato gli studi più importanti della nostra epoca sul pensiero e sull'apprendimento umano.