di Monica Fontana, Ufficio di presidenza nazionale Proteo Fare Sapere
L’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, tra le altre funzioni, si occupa di ricerca educativa e sostegno dei processi di innovazione pedagogico-didattica nelle istituzioni scolastiche. Un aspetto che deve essere sembrato interessante al governo in questa fase di cambiamenti e curvature del sistema nazionale di istruzione verso visioni ideologiche e torsioni identitarie-autoritarie. Portate a casa una serie di riforme e provvedimenti che hanno messo in fila un percorso che va dalla filiera tecnico professionale e liceo mady in Italy, al dimensionamento passando per la pedagogia dell’umiliazione, il governo ha proceduto coerentemente con l’idea di smontare pezzo per pezzo la scuola della Costituzione. E quindi, per mettere tutti i tasselli al posto giusto, approvato il decreto Caivano, ideata la revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell’autorevolezza del personale scolastico e avviata la revisione delle Indicazioni Nazionali, passando per il tentativo di neutralizzare il CSPI aumentando il numero della componente di nomina ministeriale, era necessario chiudere il cerchio. Operazione che poteva dirsi conclusa solo dopo aver messo le mani anche sui vertici dell’INDIRE. Perché anche la ricerca pedagogica, che, si sa, tende a mantenere una sua certa autonomia, fosse curvata all’idea di scuola che si sta delineando. E per raggiungere l’obiettivo, con un metodo semplificativo e sommario, si sceglie un iter di commissariamento del tutto irrituale: assegnare nuovi e delicati compiti all’ente (la formazione e aggiornamento del personale della scuola per l’attivazione dei percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno) che avrebbero avuto bisogno, almeno in fase iniziale, di una certa continuità, e decretare contemporaneamente il cambio al vertice. E non per motivi gestionali ma senza preavviso, senza motivazione e attraverso lo strumento di un emendamento che non ha permesso un confronto con le rappresentanze dell’ente figuriamoci con i rappresentanti dei lavoratori. Esattamente lo stesso percorso operato per la revisione delle Indicazioni Nazionali. Anche in quel caso immotivata e frettolosa la scelta, senza confronto con le scuole e con una composizione della commissione che non vede al suo interno un pluralismo di posizioni ma una marcata concentrazione di visioni identitarie. Aspettiamo con una certa inquietudine il nome del commissario che sulla carta dovrà essere individuato, oltre che per le professionalità, anche nel rispetto dei criteri di imparzialità e garanzia.
L’emendamento del governo proposto in Commissione Cultura ha indubbiamente centrato due obiettivi. Il primo: risolvere la questione dei corsi di specializzazione del sostegno cambiando competenze e conferendo poteri straordinari all’ente che si occupa di elaborazione didattica e innovazione. Secondo obiettivo: occupare l’ennesimo vertice. L’INDIRE non si occupa però solo di ricerca didattica e innovazione ma anche di formazione. Ed ecco che si profila il terzo obiettivo e il cerchio si stringe ancora: serve evidentemente una certa coerenza tra la Scuola di Alta Formazione, la cui composizione replica lo stesso schema e l’ente di ricerca che con l’emendamento si occuperà anche di supporto appunto alle attività della Scuola di alta formazione dell’istruzione, con particolare riferimento alla formazione in servizio incentivata e alla valutazione degli insegnanti. Il processo di limitazione dei percorsi democratici non si arresta ma occupare gli spazi del dialogo e della ricerca è un passo un po’ più ardito che mai avremmo immaginato. Non pensavamo che un ente di ricerca potesse essere piegato in modo così evidente a logiche di governo. E se proprio si intendeva modificare l’assetto dell’istituto sarebbe stato necessario un iter decisamente differente improntato al confronto, dialogo e pluralismo. Tre parole che in nessuno dei percorsi avviati nel settore istruzione sembrano trovare spazio. E per la verità neanche altrove. E siamo pronti a scommettere che il cerchio si chiuderà con un altro cerchio, quello magico, che riguarderà la composizione dei nuovi organi INDIRE.