Associazione professionale Proteo Fare Sapere
01 luglio 2022

Risorse del PNRR: non buttiamo via l’ennesima occasione – di Dario Missaglia e Francesco Sinopoli

 

Come aveva preannunciato il Ministro Bianchi, ha preso il via con i decreti emanati il 24 giugno il progetto di investimento “per la riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della secondaria e lotta alla dispersione scolastica”, previsto dal PNRR (investimento 1.4 della missione 4). Sui limiti in generale dell’approccio del Governo agli investimenti del PNRR, siamo più volte intervenuti anche in relazione al decreto legge 36 oramai definitivamente approvato.

In merito al decreto firmato dal Ministro Bianchi con l’elenco delle scuole individuate nelle diverse realtà regionali, in un precedente intervento avevamo rimarcato la debolezza del set formativo utilizzato per individuare le scuole; un set riduttivo e assai poco attendibile come strumento per identificare a livello territoriale le scuole con il più alto tasso di abbandono e dispersione.

Inoltre, il Decreto Ministeriale n. 170 è stato pubblicato senza alcuna informazione preventiva alle organizzazioni sindacali, in violazione del CCNL e in contraddizione con gli impegni assunti nel Patto per la scuola. La FLC CGIL ha già chiesto di attivare urgentemente l’informazione sindacale.

Per queste ragioni riteniamo sia molto importante verificare nei diversi territori il profilo delle scuole indicate dal ministero e l’eventuale esclusione di istituzioni che avrebbero richiesto maggiore attenzione. Impegniamo pertanto le strutture territoriali di FLC CGIL a lavorare per raggiungere questo obiettivo e segnalare quanto prima l’esito al centro nazionale (potete fare riferimento a Manuela Calza e Alessandro Rapezzi).

Importante, comunque, che territorialmente si cerchi di sensibilizzare non solo la politica locale, ma soprattutto gli enti locali, considerato che il tema della dispersione è questione sociale che investe le scuole ed anche la comunità locale e le forze sociali del territorio, a partire dalla individuazione delle zone prioritarie di intervento per il contrasto della dispersione scolastica. Ciò al fine di evitare che le risorse da opportunità diventino elemento che accresce le diseguaglianze.

La debolezza dei criteri utilizzati dal Ministero è duramente richiamata e contestata dalla lettera di vera e propria protesta resa pubblica dalla Commissione istituita proprio dal Ministro Bianchi per predisporre le linee orientative per la realizzazione del progetto. Questa lettera sembra aprire un vero e proprio conflitto interno tra Ministro e Commissione, con una durezza di contenuti per nulla diplomatici.

In sostanza la Commissione rimprovera una gestione frettolosa e riduttiva del progetto contro la dispersione, esprimendo tutto il proprio “rammarico” per non aver posto come contestuale e vincolante nel progetto stesso, il corpo di indicazioni e procedure predisposti dalla Commissione. Vedremo nei prossimi giorni gli sviluppi della situazione. Ad oggi noi possiamo affermare con certezza due cose:

  • La fragilità dei criteri per la identificazione delle scuole da inserire nel progetto e quindi la scarsa attendibilità della mappa decisa dal Ministero sulla quale ci riserviamo specifici approfondimenti sulla base dell’iniziativa aperta da FLC sulla legittimità del decreto del Ministro.
  • Nell’attuale conflitto che sembra determinarsi tra Ministro e Commissione, c’è un elemento che accomuna ambedue le parti. La marginalità e persino l’assenza della scuola come risorsa principale per contrastare la dispersione scolastica, attivando quei processi interni (organizzativi e didattici) di miglioramento e cambiamento per modificare gli esiti formativi degli studenti. Che poi questo processo, in virtù delle stesse indicazioni delle scuole, possa vedere la partecipazione e il coinvolgimento attivo di soggetti esterni realmente interessati e con esperienza formativa sul territorio, è del tutto auspicabile ma va verificato dalle scuole stesse nel loro territorio. Questa partecipazione, sulla base della relazione positiva tra scuola e soggetti del territorio e della qualità e profilo delle intese raggiunte, può arrivare anche alla definizione di patti formativi territoriali: ciò rappresenta un’ulteriore eventualità del tutto auspicabile.

Nelle indicazioni del Ministro, in cui non mancano alcuni riferimenti positivi al ruolo dell’autonomia della scuola, vediamo tuttavia prevalere, ad oggi, una impostazione fortemente centralista e burocratica. Nella lettera della Commissione c’è un messaggio inequivocabile, che la stessa denota come “la questione delle questioni”: il fatto cioè che la costituzione “dell’alleanza territoriale” sia preliminare e condizione “sine qua non”, per poter usufruire delle risorse del PNRR. Come dire: o si interviene verso la scuola da fuori, o non c’è margine possibile di miglioramento.  I “salvatori” della scuola sono già pronti.

Noi continuiamo a credere che innanzitutto la scuola debba assumere su di sé la responsabilità di individuare i suoi punti deboli e quelli forti, per delineare un progetto per il proprio miglioramento, cogliendo i punti precisi di intervento, il cambiamento del suo modo di operare, chiedendo le risorse e gli strumenti per rendere praticabile questo percorso esponendosi al monitoraggio, alla pubblicità di atti e azioni, e ricercando sul territorio tutte le risorse disponibili, dai livelli istituzionali locali fino ai soggetti del volontariato e dell’associazionismo, con i quali definire intese, azioni, percorsi, sino ad eventuali patti formativi territoriali.

Senza questo ruolo centrale della scuola non c’è battaglia vincente contro la dispersione scolastica come ribadiamo nel comunicato. Pertanto, presidieremo questa partita rappresentando le fragilità del piano in questa fase che saranno segnalate come sta già avvenendo da parte di alcuni territori.