(SEGUI LA RUBRICA "PROGETTO ACCOGLIENZA DI BAMBINE E BAMBINI UCRAINI" NELLA SEZIONE "OLTRE LA CONFERENZA DI PROGRAMMA" – "ARTICOLI, STUDI, RICERCHE")
La guerra che infuria nelle terre di Ucraina ci colpisce ogni giorno con il suo carico di angoscia e morte. Ci colpisce con le immagini di mamme, vecchi e bambini che fuggono dal conflitto e si riversano dove possono. Fa molto più fatica ad avanzare una riflessione attenta alle ragioni storiche, sociali, economiche e politiche del conflitto. Non per giustificare ma per capire; per comprendere le cause della guerra e quali possono essere gli orizzonti possibili per superare la fase critica e avviare un negoziato quanto mai urgente. Riflessioni non semplici tanto più quando il dibattito intorno alla pace riesuma talvolta vecchi schemi, pregiudizi, supposti primati morali del tutto inguardabili per l’evidente ipocrisia di non aver visto per tempo (aver occultato e/o deviato) le ragioni che stavano preparando il conflitto. E intanto il Paese è chiamato ad assumere scelte importanti e inedite.
Noi su tutto questo abbiamo espresso qualche nostra opinione e scelta di campo; altre le esprimeremo ancora perché la guerra coinvolge tutti noi nel profondo e avvertiamo tutti la responsabilità di essere parte di questo processo. Senza pregiudizi, consapevoli della complessità del problema e delle responsabilità che attengono a ciascuno di noi. Come la pandemia, anche la guerra non è inspiegabile e non è un incidente della storia.
In questa sezione speciale del nostro sito noi facciamo una scelta. Mettiamo al centro la scuola, la nostra scuola e quanto essa può fare oggi, nel pieno di questa tragedia umanitaria, per dare una risposta alle migliaia di bambine e bambini, nuclei familiari, che hanno lasciato terre, case, radici e affetti imperdibili e che vivono con la speranza e l’attesa di un ritorno in patria.
Una necessità vitale, umanitaria e politica. Il popolo ucraino non vuole disperdersi nel mondo, vuole tornare nella sua terra per ricostruirla e avviare un nuovo corso della democrazia di quel Paese. È questa scelta che mettiamo al centro del nostro impegno. Dare un contributo di natura pedagogica e civile a quelle scuole che si stanno misurando con una impresa inedita, perché in questa circostanza solo molto in parte potranno utilizzare quanto appreso nelle pratiche di accoglienza a lungo sperimentate in questi anni di immigrazione.
Sono circa 20.000, al momento, i bambini e le bambine che stanno affacciandosi nelle aule delle nostre scuole dell’infanzia ed elementari e in piccola parte nelle scuole medie. Ciascuno di loro è una storia che ora si racconta a noi e alla nostra capacità di accoglienza, con grande rispetto, umanità e un approccio pedagogico del tutto particolare.
A questa “pedagogia del ritorno”, come con efficacia l’ha definita il nostro Raffaele Iosa, dedichiamo prime note, informazioni, proposte e indicazioni di lavoro che Raffaele ha elaborato sulla base di contatti e conversazioni con diverse scuole impegnate in queste azioni di solidarietà. Un materiale che speriamo sia destinato a crescere con i contributi di quanti, dirigenti, docenti, operatori, vorranno inviarci per raccontare le loro esperienze e le riflessioni sulle esperienze in corso. Daremo voce ai loro lavori realizzati e alle richieste di aiuto, supporto, collaborazione: per sensibilizzare tutti gli attori di questo processo e in primo luogo le responsabilità della amministrazione scolastica. Ci auguriamo che il nostro sito agevoli la costruzione di un dialogo, di una viva solidarietà, di un laboratorio per la pace attivo e operativo.
Onoriamo così l’impegno che avevamo pubblicamente annunciato nei giorni scorsi, in piena collaborazione con la Flc Cgil e la nostra Confederazione. A tutti i gruppi dirigenti di Proteo Fare Sapere, l’invito a essere presenza viva nei loro territori: il nostro impegno per la pace inizia da questo concreto impegno nelle scuole per le migliaia di bambini e bambine che chiedono una possibilità vera per guardare al futuro.
Dario Missaglia