Giovedì scorso ci ha lasciato Simonetta Salacone, dopo una vita dedicata alla scuola prima come insegnante poi come dirigente scolastica. Ma non ad una scuola qualsiasi: a una scuola luogo di educazione aperta a tutti, a tutte le opinioni e alle idee, all’innovazione e alla ricerca didattica, fondata sulla collaborazione di insegnanti, dirigenti e genitori, sulla partecipazione,sulla democrazia e sulla inclusione.
Questa ispirazione l’ha concretamente praticata costruendo una scuola capace di includere le culture diverse delle nuove migrazioni e nello stesso tempo capace di organizzarsi per dare risposte concrete e efficaci alle sfide della società contemporanea.
Per questo l’abbiamo vista in prima linea nella difesa del tempo pieno contro gli attacchi della riforma Moratti, della riforma Gelmini e poi ancora contro gli stravolgimenti della legge 107: lei personalmente e la sua scuola, non a caso intitolata al piccolo martire pakistano Iqbal Masih, sono state al centro di un coordinamento di numerose scuole e di tante donne e uomini di scuola impegnati in queste battaglie.
Anche se lei non c’è più il suo coraggio e la sua serietà, onestà e intelligenza restano un esempio e un lascito per tutti noi e un’esortazione a continuare nel suo nome nell’impegno per una scuola per tutti e per ciascuno.