L’emergenza sanitaria mondiale pone in una posizione di maggiore vulnerabilità i bambini e le bambine che vivono in situazione di povertà educativa ed economica, assieme ai bambini e alle bambine con bisogni speciali.
La didattica a distanza non è una didattica inclusiva. Lascia indietro i minori che vivono nei contesti più fragili, quelli che non sono in possesso di supporti tecnologici adeguati, quelli che non hanno una connessione internet o che non la hanno a sufficienza, quelli che non possono essere sostenuti dai genitori nello svolgimento delle consegne didattiche o ancora quelli che vivono in contesti familiari multiproblematici. Bambini e bambine che rimangono fuori dalle classi virtuali o per i quali la didattica a distanza si traduce in una sfilza di consegne da svolgere a casa, senza nessuna possibilità di mettersi al pari con gli altri.
Al fine di creare una mappatura dell’esistente nella città di Cosenza, diverse organizzazioni del Terzo Settore, tra cui Associazione Cepedù, Associazione Tagesmutter I nidi delle mamme, Camera Minorile “G. Mazzotta”, Ciroma, Consultorio Diocesano “La famiglia”, Don Bosco Cooperativa Sociale, Fondazione Roberta Lanzino, Lapis Cs, La Cooperativa delle donne, L’Isolachenonc’era cooperativa sociale, Ma-mò Associazione Montessori Cosenza, Teca Srl, assieme alle organizzazioni afferenti al progetto “Crescere in Calabria”, hanno dato vita al Coordinamento Educativo Cosenza, avviando un’interlocuzione con le istituzioni cittadine e con gli Istituti Comprensivi di Cosenza.
L’obiettivo precipuo è quello di capire quanti e chi siano i bambini in difficoltà, quali siano le maggiori criticità e come si possa intervenire per garantire ai più piccoli le doti educative e culturali essenziali di cui necessitano per non rimanere indietro.
I fondi ministeriali fino ad ora stanziati per la didattica a distanza risultano completamente insufficienti per coprire questo gap, soprattutto nei contesti scolastici in cui si stima che il 40% circa degli studenti non riesce a essere raggiunto. Gli ulteriori e importanti fondi stanziati dalla Regione Calabria, invece, raggiungono meno del 10% circa dei ragazzi calabresi “dispersi” su una popolazione studentesca di circa 275 mila studenti.
Niente di nuovo a guardare i dati ISTAT, che ci dicono che nel Sud oltre il 40% delle famiglie non possiede un computer o un tablet in casa (oltre il 45% in Calabria) e che il 41,9 % dei minori vive in condizione di sovraffollamento abitativo.
Insegnanti, dirigenti scolastici, istituzioni, famiglie e organizzazioni del Terzo Settore hanno il preciso dovere di costruire efficaci alleanze educative al fine di affrontare la complessità di questo momento.
Occorre lavorare alla costruzione di una comunità educante capace di sostenere le famiglie nell’esercizio della loro responsabilità genitoriale, in una fase completamente nuova e disorientante come quella in atto; capace di indirizzare la didattica anche nella scelta di semplici accorgimenti, quali ad esempio quelle di evitare l’accumulo di consegne, la corsa alle valutazioni o l’eccessivo tempo di permanenza dei bambini e delle bambine davanti agli schermi; capace di costruire un tempo extrascolastico che possa essere di supporto alle scuole stesse ma, soprattutto, a tutti quei bambini e quelle bambine che rischiano di rimanere indietro; capace di dotare tutti gli studenti e le studentesse dei dispositivi e degli strumenti che consentano di accedere alla didattica a distanza, sopperendo anche con azioni volontarie alla mancanza dei fondi necessari.
Alcune delle iniziative da mettere in campo, promosse dal Coordinamento Educativo Cosenza:
Facebook: https://www.facebook.com/coordinamentoeducativocosenza/
Email: coordinamentoeducativocs@gmail.com
Telefono: 3473943852