Associazione professionale Proteo Fare Sapere
16 ottobre 2020

"Narrare. Perché? Raccontare fiabe siciliane con DDI" a cura di Proteo Fare Sapere Messina

Pubblichiamo molto volentieri il progetto che vede protagonista la nostra struttura di Messina; un progetto, davvero di grande interesse e qualità, che si propone di ricercare nella relazione didattico educativa nella scuola dell'infanzia, i percorsi più significativi per praticare le indicazioni e i valori del nostro Protocollo pedagogico.
Lo segnaliamo volentieri a quanti vorranno magari realizzare gemellaggi, anche a distanza, per analoghe iniziative in altre realtà territoriali. Iniziative che Proteo nazionale non mancherà di sostenere sul piano organizzativo e finanziario. Nell'invitare dunque ad una attenta lettura del progetto, vi preannunciamo che nei prossimi giorni programmeremo una video conferenza in cui poterci incontrare per ragionare insieme sui possibili sviluppi.
Dario Missaglia

L’idea nata in Lute Milazzo e Auser Messina: Cuntu e mi cuntu

L’idea, nata ed elaborata nel contesto della Libera Università della Terza Età di Milazzo e di Auser Messina, si propone di valorizzare la comunicazione empatica che è propria del narrare, della trasmissione orale dalle vecchie alle nuove generazioni.
Digitalizzare un mondo di per sé refrattario a questa forma di educazione è stata la prima prova, ma i risultati sono stati confortanti.
Comunicare attraverso lo schermo ha sopperito al senso di solitudine e di inutilità esistenziale, provato da chi conosceva i ritmi del lavoro e la felicità degli abbracci.
Molte le attività progettate e realizzate, ma i nonni avvertivano il bisogno di riscostruire un rapporto, che al momento sembrava rallentato. Bisognava far rincontrare le nonne e i nonni con le nipoti e i nipoti, separati per lungo tempo e resi più fragili dal lungo periodo di lockdown.
Nasce così il progetto Cuntu e mi cuntu, raccontare e raccontarsi.
La prima fase del progetto - in fase di attuazione - si rivolge alle nonne e ai nonni, che hanno dovuto scegliere le storie da raccontare, sia attingendo alla vasta produzione non scritta, che ancora si tramanda nella tradizione popolare siciliana, ma anche alla tradizione scritta, codificata da Laura Gonzenbach, svizzera nata e vissuta a Messina, che ha trascritto in tedesco le fiabe raccolte in dialetto siciliano nelle province di Messina e Catania (Laura Gonzenbach, Fiabe siciliane, rilette da Vincenzo Consolo e a cura di Luisa Rubini, Donzelli, Roma, 1999).
La seconda fase del progetto prevede il coinvolgimento dei ragazzi nella scrittura della storia: tecniche di realizzazione del digital storytelling. I nonni dovranno imparare le tecniche di produzione del copione e del digital storytelling (le tecniche digitali per raccontare una storia attraverso immagini, brevi didascalie e/o video e per far parlare i personaggi).
La terza fase consiste nella divulgazione degli storyboard.

Il progetto in Proteo Fare Sapere Messina per la promozione di una DDI: Narrare. Perché?
Nella fase di divulgazione del progetto qualche insegnante ci ha chiesto di poterlo inserire nel PTOF del proprio istituto, proponendoci anche di attivare dei laboratori formativi.
Nasce così Narrare. Perché?

Gli interrogativi progettuali
Raccontare e raccontarsi è un’esigenza.
Essere coinvolti nella storia, trasferire nella storia emozioni e sentimenti, tradurre in immagini le paure più ancestrali e farli vivere/rivivere dai personaggi o dagli animali parlanti, che popolano la narrazione popolare, è il modo più antico e più efficace di comunicare e di creare relazioni nella crescita reciproca, nel superamento dei travagli esistenziali vissuti e non elaborati.
Quelle favole potrebbero esserlo ancora oggi?
Potrebbero esserlo per bambini e bambine, ragazzi e ragazze troppo abituati a cibarsi di immagini preconfezionate?
Può la narrazione simbolica degli usi e costumi della cultura siciliana concorrere alla costruzione del senso di appartenenza, dimensione imprescindibile dell’educazione alla cittadinanza?
Nel momento di crisi che stiamo attraversando può la comunicazione empatica e partecipata di un racconto lontano nel tempo essere l’ordito su cui costruire percorsi, che coniughino strategie didattiche innovative e consolidate prassi educative di insegnamento-apprendimento?

La via progettuale
Due gli obiettivi che si perseguono:

  1. far conoscere e amare un patrimonio culturale ricco e unico, realizzando il sogno pasoliniano dell’inserimento del dialetto nei curricula dei classici e non solo (ultima lezione-dibattito dal titolo Vulgar’eloquio, tenuta a Lecce), attraverso il fattivo inserimento della cultura siciliana, tramandata nelle fiabe. Un grande affresco ricco di personaggi e vicende, che si radica in un universo mitico, perché come scriveva Propp, non v’è alcun motivo fondato per isolare le favole dai miti; o forse per dimostrare con Lèvi-Strauss che le favole sono più antiche dei miti e che l’universo mitico dei Greci ha trovato una ricchezza di temi ai quali attingere nelle credenze delle popolazioni autoctone
  2. far acquisire agli studenti (uno degli obiettivi dell’Esame di Stato) la coscienza della storicità della lingua: nel suo sviluppo diacronico/sincronico, nelle sue varietà di componenti sociolinguistiche e nelle sue varietà d’uso (Ferdinand de Saussure, Tullio De Mauro e Luca Serianni)

Le fasi operative
L’inserimento nei curriculi verticali (dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo e secondo grado) consentirebbe la realizzazione di percorsi formativi, nella pratica di un’autentica transdisciplinarità, dalla valorizzazione della lingua siciliana e italiana, all’educazione civica e alla storia.
È possibile vedere sul canale YouTube della Lute di Milazzo una nostra presentazione, con un esempio operativo: nuclei fondanti (ascolto, parlato, lettura e scrittura); nodo concettuale (resilienza) e un reading di favole esemplificativo.

Le fasi in presenza e in remoto

  1. La lettura delle fiabe, per stimolare interesse e curiosità negli studenti (magari raffrontando due versioni della stessa fiaba in due autori diversi). La comparazione tra le versioni (es. Pitrè, Gonzenbach e Calvino) consentirebbe di rilevare differenze, contaminazioni, eventuali sviluppi legati a vicende storiche e politiche
  2. La seconda fase quella ci far cercare agli studenti nella propria famiglia una persona anziana (se non è convivente, raccomandandogli di osservare le distanze di sicurezza e la mascherina o parlarle in videochiamata), che ricordi e sappia raccontare favole, possibilmente in dialetto. Far registrare la narrazione (la videochiamata facilita la procedura)
  3. Far osservare il modo di raccontare, il tono della voce, badare ai gesti, all’espressione del viso; trascrivere la fiaba parola per parola
  4. Se è in dialetto, decidere come rendere graficamente i suoni tipici che non esistono nella lingua italiana
  5. Aggiungere alla trascrizione il nome del narratore, da chi ha appreso la fiaba e il luogo dove vive o viveva la persona dalla quale l’ha appresa; fare delle osservazioni linguistiche sul testo e provare a trascriverlo
  6. In classe: scelto il tema e/ o la fiaba, si potrebbe procedere a dividere in team di 4/5 studenti, chiedere loro di porre alcune domande guida rispetto al tema che la fiaba pone, chiedere di discutere e scegliere una tesi e di argomentarla. Ai più piccoli si può chiedere semplicemente di fare dei disegni o di drammatizzare una parte del racconto
  7. Coinvolgere i bambini/e, i ragazzi/e nella scrittura della storia: strategie di superamento del blocco del foglio bianco e tecniche di realizzazione del digital storytelling: le tecniche digitali per tradurre le narrazioni in un testo espressivo, come forma di rielaborazione dei temi trattati, dal fumetto al cartoons, per raccontare una storia attraverso immagini, brevi didascalie e/o video e per far parlare i personaggi; o ancora in un racconto o un testo teatrale, un video. Le App sono molte, qui a titolo esemplificativo ne citiamo solo alcune: TOLKR e COMIC LIFE (in versione Comic Touch per smart phone e tablet) per IOS; SPEACKIP e TALKINGPHOTOS per Android; I-www.voki.com per tutti i sistemi operativi.
    Interessante per gli studenti della secondaria l’apprendimento basato su sfide: Challenge Based Learning- ideato da Apple. Su Apple una guida con spunti e risorse. www.apple.com/br/education/docs/CBL_Classroom_Guide_Jan_2011.pdf
    Interagire, in questa fase, con l’animatore digitale o il gruppo di animatori digitali (PNSD 2015), che tra i suoi compiti avrebbe dovuto avere anche quello del coinvolgimento di tutta la comunità educante e della sua educazione digitale.
    La disseminazione dei prodotti e delle esperienze.

Azioni per la diffusione del progetto

  1. Un webinar che diffonda il progetto nell’ambito del protocollo pedagogico per il rientro a scuola:
    Dario Missaglia, presidente di Proteo Fare Sapere Nazionale
    Fabio Ruggiano, ricercatore a tempo determinato di Storia della lingua italiana/Linguistica italiana, Università di Messina. CTS Proteo Messina. Perché proprio le storie. Principi e fini del narrare.
    Angela Maria Trimarchi, presidente di Proteo Fare Sapere Messina. Narrazioni simboliche e senso di appartenenza. La narrazione momento fondante della comunità educante. Progettare curriculi verticali
  2. Laboratori interattivi gestiti su iniziativa delle scuole che ne facciano richiesta su piattaforma GoToMeeting, previo tesseramento degli insegnanti a Proteo Fare Sapere Messina